L'innovazione tecnologica è sempre più pervasiva e sta cambiando la realtà in cui viviamo. Tuttavia nel mondo delle imprese, invece di essere percepita come una straordinaria opportunità, c’è il rischio che si trasformi in un'ideologia negativa, una distopia. Sono, infatti, molti quelli che prefigurano una jobless society a causa dell'introduzione in azienda dei robot e dell'Intelligenza Artificiale, e di una serie di tecnologie come il Machine Learning e la Robotic Process Automation. Si tratta di una percezione diffusa soprattutto tra i dipendenti ed è confermata dai dati dell’Edelman Trust Barometer 2019 presentati all’ultima edizione del WEF: i dipendenti (60%) sono molto preoccupati per la perdita di posti di lavoro per i crescenti timori connessi con l’automazione e l'intelligenza artificiale nella forza lavoro. Questo pensiero potrebbe alimentare una dilagante e profonda diffidenza verso le tecnologie e l'innovazione che trova spazio nei movimenti anti-modernisti. Oggi ci troviamo, dunque, davanti a due posizioni antitetiche. Da un lato, quella dei vendor tecnologici e dei tech-giant, che spingono sull'acceleratore dell'innovazione, dall'altro le imprese, che, sembrano aver paura dell'innovazione, soprattutto in Italia, dove molte scontano un ritardo dal punto di vista tecnologico.

KPMG crede in una visione ‘umanizzata’ del cambiamento apportato dall’innovazione tecnologica e vuole farsi portatrice dell’idea di innovazione che mette al centro l’uomo, di tecnologie al servizio dello sviluppo cognitivo delle persone e della società, di un'alleanza fra uomini e tecnologie, che attraverso nuovi processi tecnologici, organizzativi e professionali, possa garantire crescita, sviluppo e sostenibilità.

Servono, però, un’evoluzione dal punto di vista culturale e progetti di change management e di riorganizzazione delle imprese.