Scenari e consigli per gli imprenditori
L'evoluzione della Brexit continua ad offrire profili di preoccupazione relativamente al modello di Accordo che sarà effettivamente adottato. Ad oggi, esiste un’unica certezza: il 29 marzo 2019, il Regno Unito lascerà l’Europa e gli scambi commerciali con clienti e fornitori britannici diventeranno più complessi.
Allo stato attuale dei negoziati, si ritiene che la realizzazione della Brexit possa comportare quattro possibili scenari, che è bene gli operatori si preparino ad affrontare.
Innanzitutto, pare opportuno precisare che a seguito dell’applicazione dell’art. 50 del Trattato di Lisbona, il Primo Ministro Britannico, Theresa May, ha avviato il conto alla rovescia per il raggiungimento della Brexit e, a meno che questo processo non venga interrotto prematuramente, il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea dopo il 29 marzo 2019.
Al fine di gestire tale evento nella maniera più ordinata possibile, i negoziatori delle due parti hanno predisposto un accordo di 585 pagine. Quest’ultimo, se verrà approvato anche dal Parlamento britannico (il parlamento europeo lo ha già fatto), traccerà il percorso futuro che dovranno seguire le imprese.
La bozza di Accordo in attesa di approvazione:
Inoltre, è di particolare interesse evidenziare come l’accordo disponga che, a partire dal 29 marzo 2019, inizierà un periodo transitorio di due anni, prorogabile, in costanza del quale non interverranno cambiamenti significativi.
Lo scopo di tale periodo di transizione è quello di offrire il tempo necessario per raggiungere un accordo commerciale.
Nel caso in cui l’accordo venga approvato, per tutta la durata del periodo di transizione, gli adempimenti connessi agli scambi commerciali non risentiranno di effetti da parte della Brexit.
Ciò detto, non è da escludere che il periodo transitorio, nel caso in cui venga prorogato, diventi il nuovo status quo.
Tale scenario è possibile, ma di certo non probabile, in quanto il Regno Unito, ormai privo di voce in capitolo nei processi decisionali dell’Unione, e non autorizzato a stipulare accordi commerciali con altri paesi, dovrebbe continuare a pagare i contributi all’Unione Europea.
Altra possibilità da considerare è che non venga raggiunto alcun accordo di libero scambio e che, una volta terminato il periodo di transizione, tra Regno Unito e UE sorga un backstop, traducibile con l’espressione 'rete di sicurezza'.
In tale scenario, tra la Repubblica dell’Irlanda e Irlanda del Nord, una volta formalizzata la separazione, sorgerebbe un confine meno rigido e quest’ultima rimarrebbe nel mercato comune europeo e nell’unione doganale.
Invece, il resto del Regno Unito diventerebbe un paese 'terzo' e all’interno dell’unione doganale verrebbero riscossi i dazi all’importazione. Tale situazione sarebbe pressoché analoga a quella prevista tra UE e Turchia. Inoltre, verrebbero introdotte una serie di formalità, sia in importazione che in esportazione e controlli di sicurezza, soprattutto con riferimento ad animali e cibo.
Pertanto, i soggetti che effettuano scambi commerciali con il Regno Unito dovranno tenere conto dei ritardi che si possono creare alla frontiera.
Tuttavia, nello scenario descritto, nulla è stato disposto con riferimento alle prestazioni di servizi.
Altra opzione possibile è quella che vuole che Unione Europea e Regno Unito raggiungano un accordo commerciale dopo il periodo di transizione.
In merito al contenuto di questo, ad oggi, è difficile fare previsioni.
Tenendo conto di analoghi accordi oggi esistenti, le parti potranno prevedere tariffe di importazione nel caso in cui le merci non rispettino le norme di origine. In tal caso, i costi potrebbero essere più elevati rispetto a quelli che andrebbero sostenuti nel precedente scenario. Tuttavia, le prestazioni di servizi potrebbe ottenere una maggiore regolamentazione.
Gli scenari di cui sopra si basano sul presupposto che l’accordo di separazione venga approvato.
Tuttavia, occorre rilevare che, ad oggi, il Primo Ministro Theresa May non sembra avere la maggioranza per far approvare l’accordo dal Parlamento inglese ed i leader europei hanno dichiarato di non essere più disposti a negoziare.
Pertanto, non sembra potersi escludere una 'hard Brexit' e cioè un’uscita del Regno Unito senza accordo di separazione.
Questo sarebbe lo scenario peggiore tra quelli immaginabili e avrebbe drammatiche conseguenze economiche.
Infatti, il Regno Unito dovrebbe affrontare problemi dovuti alla scarsità di cibo e medicinali, alle limitazioni del traffico aereo, in quanto gli aeroporti britannici e i piloti non sarebbero riconosciuti come parte dei trattati sull’aviazione e, infine, alla congestione dei principali valichi di frontiera con l’Unione Europea.
Indipendentemente dalle modalità in cui avverrà la Brexit, è consigliabile effettuare le seguenti operazioni:
© 2021 KPMG S.p.A., KPMG Advisory S.p.A., KPMG Fides Servizi di Amministrazione S.p.A. e KPMG Audit S.p.A., società per azioni di diritto italiano, KPMG Business Services S.r.l., società a responsabilità limitata di diritto italiano, e Studio Associato - Consulenza legale e tributaria, associazione professionale di diritto italiano, fanno parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Limited, società di diritto inglese. Tutti i diritti riservati.