Cambia la normativa sui reati tributari, le imprese sono chiamate ad aggiornare i propri Modelli 231.
Da dicembre 2019 gli illeciti tributari sono entrati ufficialmente a far parte dei reati precedentemente definiti dal D.Lgs. 231, con la responsabilità degli enti che è stata estesa ai reati tributari. La normativa è tuttavia in evoluzione e il decreto di attuazione della Direttiva PIF, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri a gennaio 2020, andrà prevedibilmente ad ampliare ulteriormente le fattispecie di reato tributarie che determinano la responsabilità amministrativa degli enti ex. D.Lgs. 231.
Le imprese sono chiamate ora ad interrogarsi sulla robustezza dei Sistemi di Controllo Interno e ad aggiornare i propri Modelli 231 su un ambito particolarmente delicato e pervasivo della realtà aziendale: quello fiscale.
Il 24 dicembre 2019 è stato definitivamente approvato il Decreto Fiscale intitolato ‘Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili’, che ha introdotto tra i reati ex D.Lgs. 231 i seguenti illeciti tributari in materia di IRES ed IVA:
Il 23 gennaio 2020, il Consiglio dei Ministri ha inoltre comunicato l'approvazione in via preliminare del decreto legislativo di attuazione della Direttiva PIF europea che, qualora reso definitivo, andrà ad ampliare ulteriormente il novero dei reati tributari ex D. Lgs. 231, includendovi i seguenti reati, laddove presentassero elementi di transnazionalità e rilevanza (imposta IVA evasa superiore a 10 milioni di Euro):
Questi aggiornamenti rientrano nell’ambito dell’accresciuta attenzione rivolta dalle istituzioni internazionali alla modalità con cui le imprese gestiscono la propria variabile fiscale.
In un contesto in cui cresce sempre più l'attenzione al modo in cui le aziende gestiscono la variabile fiscale, le imprese si trovano davanti ad un bivio: svolgere una valutazione dei rischi connessi ai soli reati tributari attualmente aggiornati o cogliere l'occasione per rafforzare il presidio del rischio fiscale nel suo complesso attraverso un Tax Control Framework?
ll ‘Tax Control Framework’ (TCF) è un modello di controllo strutturato che mira a porre sotto presidio tutti i processi aziendali e le transazioni che possono dare luogo a conseguenze di natura fiscale. Le aziende possono adottare il TCF indipendentemente dall’adesione o meno al regime di adempimento collaborativo con l’Agenzia delle Entrate. Le caratteristiche essenziali di un modello TCF sono rappresentate da:
Sia il Tax Control Framework, sia il Modello 231 sono validi strumenti a presidio dei rischi aziendali e contribuiscono al miglioramento complessivo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi. In termini di ambito di copertura (comparti d’imposta, processi e attività sensibili presidiati) e livello di approfondimento, il TCF assicura tuttavia una maggiore risk coverage in materia fiscale e può rappresentare una risposta completa alle molteplici esigenze di controllo in materia fiscale su cui le aziende sono sempre più sollecitate.
Il team Risk & Compliance, in collaborazione con i professionisti Tax & Legal di KPMG, può assistere le imprese nell’aggiornamento dei modelli 231 e nel processo di definizione e implementazione di Tax Control Framework strutturati.
Con una particolare attenzione all’integrazione dei diversi elementi del Sistema di Controllo Interno aziendale e alla ricerca di soluzioni che assicurino lo sviluppo sostenibile, KPMG può supportare i propri clienti in diverse attività:
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